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Calma apparente

by RODO

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1.
Dino 02:54
Dino si alza in piedi, lascia il suo divano muove verso il centro, vuole respirare freddo, è un mese qualunque, un anno qualunque si allaccia le scarpe, le scarpe di pelle e si inventa una strada per far prima gli sguardi incrociati, gli incroci voluti, i semafori rossi il rosso nel cielo, il sole tramonta nella sera spalanca i suoi occhi, cerca le stelle e non le trova non trova più costellazioni nella vita la vita che corre, corre più forte di una volta ma il fiato che manca gli spezza la vista. Dino cosa stai cercando in questo tuo momento non lo vedi sei in confusione totale, lei ti manca, ti ha costretto ad essere speciale. Sulla Terra voi eravate in due, è legittimo non avere più la voglia di fare. Ma spalanca i tuoi occhi, prendi fiducia e vai al mare. Abbassa la testa, guarda la sabbia e prova a amare. La vita ti corre, corre più forte di una volta ma credimi che prima o poi ripenserai ai sorrisi e alle volte più tristi e mi risponderai “dopo tutto siamo noi a decidere”
2.
Agosto 03:15
Le pareti alte intorno, il soffitto che cade. In un letto sfatto io mi tocco la fronte, mezzo nudo con agosto che mi brucia la faccia ed i piedi gelati per dar spazio all’angoscia. Salta in piedi, afferrami e portami in giro, se mi gira la testa aumenterò il mio respiro, quando prendo pugni e calci non mi difendo, ho la guardia bassa io non sono violento. Pesci nella rete pescatori contenti, mendicanti a piedi nudi in piazza Banchi, fumo e guardo il porto che porta lavoro, navi, petroliere con la gente a bordo. Mezzo nudo con agosto che mi brucia la faccia, io ti cerco in mare ma non trovo che sale. Occhi in vetro guardami ti sembro contento? Non l’ho costruito io questo mondo, pane e latte per favore che devo partire, devo camminare fino a svenire. Ho le ombre corte vuol dire che è tardi, vuol dire che il giorno ha perso le sue voci. Il giorno cerca la notte, lei si nasconde, non la riconosco più da quando è triste. Pesci nella rete pescatori contenti, mendicanti a piedi nudi in piazza Banchi, fumo e guardo il porto che porta lavoro, navi, petroliere con la gente a bordo. Mezzo nudo con agosto che mi brucia la faccia, io ti cerco in mare ma non trovo che sale.
3.
Renato 03:18
Di tanto in tanto le voci che si sentivano urlare, i rumori lontani di vetri fatti cadere. Di respiri affannati, aria fuori dal naso, nelle pareti si legge che qui c'è stato qualcuno. Del resto non lo capiva, Renato, di essere strano. La mattina lui usciva così la sera rientrava. Nel mezzo solo il lavoro, dentro un ufficio qualunque, i silenzi nel buio, dove cercare la luce. Era così stupito di essere in un mondo fatto di adulti che non possono girarlo, e di corse truccate e di donne angosciate. Se non ci fossero vite sul suo pianeta inventato, lui che da piccolo aveva tutto il coraggio che ha perso, e gli occhi puntati su nel cielo. Se non ci fosse l'angoscia a colorare suoi muri, a fargli perdere il tempo ed i suoi amici più puri. E l'amore che ti fa sereno. A ritrovare il piacere di poter dire di amare, a fare cose anche nuove e ritrovare la pace, riuscendo anche a fare meno. Renato prendi il respiro, sorridi, esci di casa. Adesso guardati in giro, la strada porta alla meta. La meta è soltanto è il vento. Renato il cielo che hai perso, lo trovi sempre più in alto, e la distanza che vedi è solamente uno sforzo. Eri così stupito di essere in un mondo, fatto di adulti che non possono girarlo e di false speranza, di sentirti impotente.
4.
Come accendi il motore, riparte la vena. Il sangue che scorre ti pulsa nel cuore, le lacrime asciugano, la voce raschia in gola e il fiato che manca. Le brutte giornate, passate a dormire, dormivano pure le tue speranze, sfogavi la tua rabbia mordendo il cuscino e la faccia schiacciata, con le mani a pugno. I pugni sul tavolo, al ristorante, l'ultima volta non hai mangiato niente. Non senti più fame, la fame di prima è solo un ricordo da masticare. Ti brucia lo stomaco, ti manca la stima, se ti sfiora l'allegria è quella di prima, prima che il presente presentasse il conto e ora tu lo paghi. E non chiedi il rimborso. Ora asciuga il sudore, saluti i compagni, saluta il Sole che va via che torna domani. Il Sole è stanco, il Sole è cotto e vuole riposare. È inutile inseguirlo fino all'orizzonte, ha un profilo basso e compete la Luna, se cade si rialza, contorto si tira e la Luna lo ride ma invidia i suoi raggi. Come accendi il motore, riparte la vena. Il sangue che scorre raggiunge la schiena, le lacrime tornano, tornano a bussare e gli occhi che aprono per partecipare.
5.
Le mani che dietro la schiena nascondono un fiore, e resta ancora in piedi l’idea di partire. La testa che resta al di sotto di ogni dolore, se soffio sul vento aggiungo il colore. Un’ora e saremo distanti lontano da casa, se viene freddo insisti, se hai sonno rilascia. La pista da ballo è la strada davanti ai fanali, illuminano tutto mi guardi e sospiri.
6.
Controvento 04:06
Corri controvento e poi nuota fino a largo, solo se lo vuoi, scatta questo istante vivilo per noi, ti cerco tra gli scogli e tra i ricordi miei, nelle prime ore di un giorno qualunque, mi trovo a misurare le distanze ovunque, provo ad aspettare che la sera estingua, si trasformi in ansia. Corri controvento e poi lascia andare tutte le tue colpe sai, nei segni la vergogna fascia le sue grane, come la menzogna che dentro rimane, negli occhi tuoi si legge quello che ti passa, quell'aria distaccata che ti rende mossa, quel viso affaticato che grida vendetta, di chi non aspetta. E cerca di capire perché non lo sei, cerca di capire cosa fai, quanto tempo per comprendere consumerai, ciò che porterai con te. Corri controvento, sei la mia donna forte. Non scordarlo mai. Sorridi e ti si illuminano i mondi intorno, le cose che hai lasciato nel tuo lungo inverno, i viaggia cominciati senza più ritorno, il Sole tuo che gira l'aria respirando, il tuo corpo eterno.
7.
I tuoi vestiti nelle mani Sembran solo colorare di rosa Coi capelli legati anche un sordo sentirebbe rumore. E conta almeno fino a dieci e ripercorri le scale, io di solito le faccio senza neanche pensare, a questo punto nel tempo, ci rimangono ore, ci rimangono anni e parole da dire. Corpo sciolto in una vasca, le tue labbra che divertono il mondo, coi capelli legati, non bagnandoli rimangono lisci. E le tue ombre sul muro bianco come la pelle, il tuo naso che respira senza perdere niente, e le distese di fiori tutto intorno alla vasca, e l’odore d’incenso e la schiuma nell’acqua. E conta almeno fino a dieci e non ti manca poi molto A raggiungere il limite e volere passarlo a questo punto nel tempo, ci rimangono ore, ci rimangono anni e parole da dire.
8.
Ho una chiave in mano, una porta alle spalle, Una sigaretta accesa e un disagio da palpare, Un enorme quarto d’ora che mi spetta davanti, Un silenzio primordiale che mantengo coi parenti, Non mi sento più padrone neanche del batticuore, Se mi mordo il braccio destro io non provo dolore, Cerco un uomo, un sacerdote, un guru, cerco un maestro, Una torbida esperienza, un cambio di registro. Faccio i conti con le cose, conti i soldi contati, Ogni gesto, ogni intenzione, sono tutti improvvisati, Tengo solo il tempo quando tengo il passo lento, Mi mantengo dentro un cerchio con un fare circonflesso, Allusioni e sottintesi sono il pane quotidiano, Se mi vedi camminare sembra quasi che volo, Do risposte affermative se mi chiedono il conto, Io non sento l’imbarazzo sono nato pronto. E non mi lascio scavalcare più dalle persone, Sono loro che si sentono in dovere di farlo, Non mi giro intorno perché vedo solo sporco, Non comincio più un discorso se non posso terminarlo, Di promesse non ne faccio neanche sotto tortura, Non rispetto gli obiettivi forse poca cultura, Il mio sguardo è ambiguo e sospettoso per natura, Se mi trovo in una folla cerco solo la fuga. Sento un senso di fatica, nella mia pelle Se controlli trovi cicatrici, nelle mie vene Non ci scorre solo sangue misto a stupore, A parlare sono bravi tutti meglio sparire, di ferite riferite, rivelate dal volto, se non alzo più la voce è perché sono contorto, c’è un serpente che mi tiene ferma la caviglia, io non riesco a stare in piedi sono un fuoco di paglia. Esco poco volentieri con gli sconosciuti, ho un presente ch’è passato e non rifletto sul futuro, una sorte che ironizza con le mani in tasca, se lei avesse un porto d’armi vi farebbe la festa, non ho preferenze, non ho gusti da cambiare, la passione io l’ho persa un giorno, non stavo bene, le finestre spalancate la lanciavo in mare, impacchettata con l’amore, con la voglia di fare. Ho una chiave in mano, una porta alle spalle, Una sigaretta spenta e la cenere a terra, un silenzio intorno che continua ad urlare, e la crisi passeggera che non cambia il suo colore.
9.
Cominciavo a capire che era l'ultimo giorno, era un giorno felice. Poi non molto diverso, dalle volte in cui tutto ti sorride coi denti la tua ombra traduce solamente sentimenti. Buonanotte mi dico, mi convinco “sto bene”, qualche attimo medito e riscaldo le vene. Mani ferme sul muro tengon ferme il mio mondo, che raccolgo con gli occhi che non cercano altro. Si può capire, ciò che si può capire non si può ignorare. Lascio la stanza e vado fuori alla ricerca di qualcosa da fare. Noto le cose, le somiglianze, le finestre aperte, le luci accese. Pace trovata, sarebbe meglio dire solita calma apparente. Il futuro acquisito con i soldi degli altri e un passato venduto per un paio di scarpe. In qualsiasi momento potenziali clienti, la mia vita era causa degli effetti evidenti. Cominciando a capire che era l'ultimo giorno, un destino da pugile, un finale al tappeto, la fortuna si incrocia, scaramante attraversa la mia strada percorsa, la mia vita diversa. Si può capire, ciò che si può capire non si può ignorare. Lascio la stanza e vado fuori alla ricerca di qualcosa da fare. Noto le cose, le somiglianze, le finestre aperte, le luci accese. Pace trovata, sarebbe meglio dire solita calma apparente.

credits

released April 22, 2020

LINE-UP:
Antonio Rodo: voci, chitarre, tastiere
Lorenzo Poggi: chitarra elettrica
Giovanni Stimamiglio: basso, batteria e produzione

CREDITS:
Registrazione e mixaggio presso Qsqdr-Quasiquadro
Masterizzato presso El Fish Recording Studio
Grafica - R. Gouit

Marsiglia Records

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about

RODO Genoa, Italy

RODO, classe 1987, è un cantautore di Genova.

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